L'ULTIMO VIAGGIO DEL CONTE ROSSO trailer from fabiana antonioli on Vimeo.

Una piccola grande storia.

E’ il tardo pomeriggio del 4 maggio 1949 quando finisce tutto e inizia il racconto. La mitica squadra di calcio del Grande Torino muore sulla sua città. Guido, Antonio, Lando e Umberto sono giovani promesse del vivaio granata. Il destino li costringe a vestire i panni dei loro idoli e a scendere in campo al loro posto, 9 giorni dopo i funerali e per le ultime 4 partite di Campionato. Quelle partite, le vinceranno tutte. Questa è la loro storia.

L’ULTIMO VIAGGIO DEL CONTE ROSSO documentario, ITA, 36’, HD, 2016.

idea,regia e montaggio/a documentary by Fabiana Antonioli (concept,direction, editing)

una produzione indipendente di/indipendent production by Filmika opificio dell’immagine

puoi richiedere una copia DVD scrivendoci : filmika@filmika.it

colonna sonora originale/original soundtrack  & sound mix: Marco Milanesio (rec OFF Studio Torino)

riprese video a cura di/filmed by Filmika scrl (Barbara Andriano, Fabiana Antonioli, Davide Marcone)

con la collaborazione di/with Gianni Bessone, Marco Vichi, Franco Senestro.

artwork grafico/graphic art : Daniele Nicola Dinami

voce narrante/ voice over: Giorgia della Gatta

animazione grafica/title animation : Marco Holland, Maurizio Zecchino

INTERPRETI (tra gli altri):

UMBERTO MOTTO : capitano. A lui e ai compagni toccò un compito amaro. Quello di sostituire Mazzola e gli Invincibili nelle ultime quattro gare della stagione ’48-’49, quando il Toro aveva già lo scudetto cucito sul petto, l’ultimo vinto da quei ragazzi straordinari. “Un grande onore per aver sostituito i grandissimi campioni – ha quasi le lacrime agli occhi Umberto – “tanto dolore per quello che era successo. Non torno mai volentieri in certi luoghi, mi si spezza il cuore”.

ANTONIO GIAMMARINARO: mezzala. Cinquant’anni di calcio che lo hanno portato dal Grande Torino all’Abruzzo. «Al provino con i granata», racconta, «arrivai in pantaloncini corti e senza nemmeno gli scarpini da calcio. Due tram per arrivare al Filadelfia, da solo. Finalmente l’allenatore Ussello fece un cenno, mi diedero scarpe e divisa, andai in campo con la squadra riserve dei boys. Vincemmo tre a zero e prima di andar via mi diedero maglia, camicia e pantaloni e mi dissero di tornare l’indomani assieme a mio padre. In sede ad aspettarci c’era il presidente Novo”.

LANDO MACCHI: centrocampista. «Su quell’aereo dovevo esserci anch’io». Lando, classe 1930, giocava nella formazione Ragazzi quando il 4 maggio, l’aereo che riportava a casa Valentino Mazzola e compagni, di ritorno da un’amichevole a Lisbona. Lando era una bella speranza del nostro calcio. A distanza di qualche giorno dalla tragedia, seppe che avrebbe dovuto prendere parte a quella trasferta…

E poi lui : GPO. Quello che quando ti scrive, conclude con “W noi.”. E che, a parlare dell’ultimo scudetto tanti anni fa, accolse una giovane troupe femminile in mutande perchè era rimasto addormentato. Lui, che da direttore del Tuttosport, titolò: “Lassù, qualcuno li ama”. Chi mastica calcio italiano, sà a cosa si riferisse. E sà quanto vale un giornalista sportivo come lui. Gian Paolo è un amico, un maestro, un antijuventino come ne ho trovati pochi.